In questo anno ho lasciato alle spalle la paura di non bastarmi.
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«Così come stai vivendo»
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«È raro essere nati come esseri umani. Il numero di coloro dotati di vita umana è piccolo come la quantità di terra che si può tenere su un’unghia»
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Il fatto di combattere continuamente la nostra oscurità o di non farlo è l'unico fattore determinante per ottenere la Buddità. Non dobbiamo mai dimenticarlo.
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La speranza è un'apertura del cuore che nasce dalla decisione. Il presidente Ikeda afferma che per tenere viva la fiamma della speranza bisogna lottare per un grande ideale. Mantenere questa direzione del cuore significa allenarsi a credere in ogni momento nella Buddità, nelle illimitate possibilità inerenti alla vita, nostra e degli altri. Solo se la speranza sgorga copiosa dalla nostra vita potremo continuare a dare speranza a chi ci circonda.
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trasformare il karma è, in sintesi, cambiare quelle tendenze vitali interiori che ci tengono intrappolati nella negatività e nell'infelicità. Ogni volta che ci poniamo di fronte alla nostra vita senza esprimere giudizi a priori, possiamo cambiarla in meglio senza preclusioni ...
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la tendenza a discriminare e a fare distinzioni fra sé e gli altri conduce nei sentieri del male e della sofferenza ...
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La spiegazione di Ikeda ci indica che senza i tesori del cuore non potremo considerarci veramente felici.
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Recitando col desiderio di vedere il Buddha nella nostra vita.
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Chi riconosce l'importanza della funzione che ricopre e si impegna a svolgere i propri compiti con senso di responsabilità condurrà una vita di supremo valore e soddisfazione.
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Dal punto di vista del karma abbiamo tutti e tutte ragione. Io, da dentro di me, posso vedere solo quello che vedo. E tu anche.
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I problemi che ciascuno affronta sono del tutto personali, diversi nelle sfaccettature, diversi nelle manifestazioni e diversi nel modo in cui fanno male.
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Quando soffriamo perché non siamo amate è sempre per causa dei nostri demoni.
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Un dialogo spirituale interiore è il primo requisito necessario per qualsiasi tentativo di dialogo esterno. Se questi tentativi non vengono preceduti e sostenuti dal dialogo interiore è probabile che si regredisca al
monologo e alle affermazioni unilaterali. Nel suo stato più avanzato la patologia dell’assenza dell’altro
trasforma il linguaggio e il discorso in un’altra forma di violenza
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Una frase del Gosho, in particolare, mi ha sostenuto e aiutato in questi anni a superare la mia insicurezza: «Una spada sarà inutile nelle mani di un codardo. La potente spada del Sutra del Loto deve essere brandita da un coraggioso nella fede. Allora egli sarà come un demone armato di una mazza di ferro»
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Solo io posso pagare il prezzo della mia realizzazione e nessun altro. Seguitando nella pratica, le illusioni vengono messe in discussione e ci accorgiamo che la libertà esige un prezzo. Nessuno lo può pagare per noi.
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Ecco, quello che credo e che le parole della poesia siano in grado di portare con sè la gioia di esistere. Che possano portarla in giro per il tempo e nei luoghi e nei cuori. Che sappiano ricordarla, ricordare quanto vale. Come le note, o una danza, un'armonia di colori. La gioia di ciò che è, per quello che è. Anche un dolore, anche un grido d'aiuto, una richiesta di pace, un buio che, quando viene detto, finalmente si vede. Ed esiste e ha nome, ha forma, ha suono, ha colore. Ed è quello che è. Oltre il giudizio del bene, del male, del bello o del brutto. Viene alla luce ed esiste e puoi vedere. Puoi vedere dentro e fuori di te qualcosa che non sapevi dire. Liberi gli occhi e senti davvero.
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“Seguite la Legge e non la persona; seguite quei sutra che rivelano il significato completo del Dharma e non quelli che ne rivelano solo una parte”.
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Lo specchio: il mondo esterno è il riflesso del nostro mondo interno
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